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Ago 4, 2020

Per la prima volta la riforma al vaglio della Corte costituzionale

Per la prima volta la riforma al vaglio della Corte costituzionale

Ago 4, 2020

Tra i soggetti pubblici e gli Ets (Enti del Terzo Settore), in forza dell’art. 55 del Codice del Terzo Settore, si crea “un canale di amministrazione condivisa, alternativo a quello del profitto e del mercato: la «co-programmazione», la «co-progettazione» e il «partenariato» (che possono condurre anche a forme di «accreditamento») si configurano come fasi di un procedimento complesso espressione di un diverso rapporto tra il pubblico ed il privato sociale, non fondato semplicemente su un rapporto sinallagmatico” (quindi di “dare” e “avere”, NDR). Lo afferma una recente (resa pubblica a luglio 2020) sentenza della Corte Costituzionale (la 131/2020), la quale, esprimendosi su un caso concreto di rapporto tra cooperative di comunità e pubblica amministrazione della Regione Umbria, fa una lettura accurata dell’articolo 55, uno dei più significativi della riforma del Terzo Settore.

Per la prima volta la riforma al vaglio della Corte costituzionale: “Terzo Settore alternativo al profitto e al mercato”

La sentenza della Corte Costituzionale giunge quanto mai puntuale rispetto a un periodo storico dell’emergenza Covid “che ha visto un inaridimento nel rapporto tra pubblica amministrazione  e mondo della cooperazione sociale – afferma Paolo Felice, portavoce del Forum del Terzo Settore del Friuli-Venezia Giulia -; a livello nazionale anche l’area dell’associazionismo ha più volte sottolineato come la pandemia abbia avuto come riflesso una “diluizione” del rapporto storico tra pubblica amministrazione e Terzo Settore,  a partire dal mancato coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore nei momenti dell’emergenza. La sentenza è importante anche rispetto al presente periodo nel quale le cooperative associate stanno dialogando con le stazioni appaltanti in merito al riconoscimento dei c.d. costi incomprimibili, relativi alle fasi di riduzioni e sospensioni dei servizi.  Anche in questo caso il dialogo con la P.A. è complesso e faticoso”.

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